Iperomocisteinemia: un fattore di rischio vascolare poco conosciuto
L’arteriosclerosi è una patologia che comincia nell’infanzia o nell’adolescenza, si sviluppa gradualmente ed in modo insidioso senza procurare sintomi durante le prime fasi della vita adulta e si manifesta per la prima volta, spesso improvvisamente, negli uomini tra i 40 ed i 60 anni. Nel sesso femminile l’esordio è ritardato ai 50-60 anni. In considerazione dell’asintomaticità, gradualità e latenza di insorgenza, la prevenzione ottimale è quella che comincia nell’infanzia e continua nell’adolescenza e nella vita adulta, facendo sì che il soggetto anziano abbia un basso rischio di sviluppare infarto miocardico, ictus, arteriopatia periferica o insufficienza renale. Questa strategia a lungo termine implica il controllo dei fattori di rischio modificabili noti, in particolare l’alimentazione, l’attività fisica, il fumo, il consumo di alcool e di sostanze stupefacenti.
L’omocisteina è un aminoacido che si forma nel nostro organismo a partire da un altro, la metionina, che viene introdotto con l’alimentazione, in particolar modo attraverso le proteine di origine animale.
È importante precisare che la concentrazione di omocisteina è influenzata dai livelli di ormoni sessuali. Infatti i livelli nelle donne sono più bassi rispetto a quelli degli uomini della stessa età; le donne in menopausa inoltre hanno valori più elevati rispetto a quelle fertili.
Una volta sintetizzata l’omocisteina può essere trasformata in cisteina o riconvertita nuovamente in metionina attraverso processi che necessitano dell’intervento dell’acido folico e delle vitamine B6 e B12. Se questi processi non avvengono correttamente si avrà un eccesso di questa sostanza nell’organismo.
Un’iperomocisteinemia è causata sia da fattori genetici sia da regimi alimentari inappropriati. Le alterazioni genetiche, causate da un malfunzionamento degli enzimi coinvolti nel metabolismo di questo aminoacido, hanno un peso minore nello sviluppo della patologia. La maggior parte dei pazienti affetti da questa malattia non ha invece, a causa di un’alimentazione non equilibrata, un adeguato apporto di acido folico e vitamine del gruppo B a fronte di un eccessivo apporto di metionina con le proteine della dieta.
Tra le condizioni di iperomocisteinemia legate a fattori genetici riveste particolare importanza una malattia conosciuta come omocistinuria, nella quale i soggetti, normali alla nascita, cominciano a manifestare alterazioni a carico di diversi organi attorno ai due anni e muoiono precocemente a causa della formazione di coaguli a livello cerebrale, cardiaco e dei reni che causano infarto del miocardio, ictus od insufficienza renale.
Anche alcuni farmaci (metotressato, antiepilettici, anti-parkinsoniani, anticoncezionali orali, farmaci leganti gli acidi biliari, inibitori della pompa protonica, diuretici) possono, attraverso meccanismi diversi, indurre un’iperomocisteinemia, così come l’inquinamento, il fumo, il caffè, gli alcolici, la sedentarietà, l’ipotiroidismo, la psoriasi, l’artrite reumatoide, il lupus eritematoso sistemico (LES), l’insufficienza epatica e renale.
L’ iperomocisteinemia non è una condizione di cui ci si accorge, ma un eccesso di questo aminoacido provoca in modo silente gravi danni per il nostro organismo: influenza negativamente le funzioni del sistema nervoso, cardiovascolare ed osseo, in particolar modo attraverso un incremento della produzione di radicali liberi e lo stress ossidativo che a questo consegue.
Per questa ragione questa condizione è considerata un fattore di rischio (indipendente dagli altri più noti quali ipertensione, dislipidemia, diabete mellito, fumo, ecc..) per lo sviluppo di malattie cardiovascolari (infarto del miocardio, ictus cerebrale ed aneurisma dell’aorta) e neuro-degenerative (è stata associata ad un maggior rischio di sviluppare la malattia di Alzheimer), per fratture ossee di natura osteoporotica ed artrite reumatoide. Anche la disfunzione erettile può essere causata da un danno vascolare sempre legato ad un eccesso di omocisteina plasmatica.
Anche un modesto aumento di omocisteina comporta un più consistente rischio di patologia cardiovascolare. Infatti un’elevazione di oltre il 12% dei valori normali determinerebbe un rischio di infarto miocardico tre volte superiore rispetto alla norma.
Livelli plasmatici moderatamente aumentati sono stati osservati anche in alcune gravidanze patologiche caratterizzate da aborti inspiegati, ipertensione, distacco di placenta, rallentata crescita endouterina e difetti del tubo neurale del feto. La supplementazione con folati in gravidanza sarebbe in grado di prevenire circa tre casi su quattro dei difetti di chiusura del tubo neurale ed è diventata pratica comune nella gestione ostetrico – ginecologica.
Per la prevenzione della patologia vascolare sarebbero quindi utili la prescrizione di una dieta a basso contenuto di metionina e la somministrazione di folati e di vitamine del gruppo B (in particolare B6 e B12). Un approccio terapeutico di questo tipo sarebbe molto vantaggioso in considerazione dei suoi costi molto contenuti e della sua sicurezza.
La dieta più semplice prevede l’assunzione di molta frutta e verdura fresca, di legumi e cereali integrali, di limitate quantità di pesce, carne bianca e prodotti caseari, di pochissimi cibi conservati o confezionati e di piccolissime quantità di grassi e zucchero. I cibi possono essere insaporiti con erbe aromatiche, spezie, salse di verdura o di frutta o con piccole quantità di olio extravergine di oliva. Questa alimentazione fornisce quantità sufficienti di vit.B6, B12 e di acido folico per prevenire un eccessivo accumulo di omocisteina nel sangue ed in altri tessuti dell’organismo.
È consigliabile inoltre consumare, per quanto possibile, cibi cotti a basse temperature (cottura al vapore o in forno) oppure crudi per evitare la denaturazione e quindi la perdita di questo importante gruppo di vitamine. Anche l’uso di integratori migliora e stabilizza più rapidamente i livelli di questa molecola nell’organismo; ciascun individuo richiede tuttavia quantità diverse di vitamine e minerali a seconda del suo substrato genetico.
ine e minerali a seconda del suo substrato genetico.